Fantascienza & Fantasy

C'è un inquietante disallineamento tra mezzi (economici, tecnici ecc.) ed originalità. Oblivion è fondamentalmente questo.
La storia: lui, lei, l'altra. I buoni, i cattivi. Combattimenti, inseguimenti, colpo di scena finale (ampiamente previsto nei primi dieci minuti, al più), i cattivi sono battuti ed i buoni vincono. Qualche rimescolamento delle posizioni è il massimo che il regista (Kosinski, di lui possiamo sforzarci di dimenticare Tron Legacy), nonchè soggettista e sceneggiatore, riesce ad escogitare.
Abbiamo un Tom Cruise a metà strada tra Jack Reacher (in Oblivion Jack Harper, neppure la fatica di cambiare nome) e Vanilla Sky, con un aspetto ringiovanito che non aveva neppure ai tempi di Rain Man (dov'è finito quell'attore? il tipico caso in cui i cachet generosi seppelliscono la capacità di recitare), un gigionesco Morgan Freeman (ma gira film per necessità economiche o per compulsione maniacale?) e la nuova prezzemolina post hollywoodiana Olga Kurylenko.
Eppure il film nella sua prima parte ha qualcosa di potente, solletica in modo vigoroso l'immaginazione. La visione della Terra del futuro, sconvolta dopo la guerra con gli Scavengers offre spunti interessanti, e le riprese sono state girate in luoghi assolutamente perfetti.
Poi, appunto, si scade nel banale più assoluto. La soluzione finale si è vista in così tanti film (a cominciare da Star Trek, che gode del diritto di progenitura) che la voglia di urlare è praticamente intrattenibile.
Con tutti i soldi a disposizione non potevano trovare niente di meglio?
Il film si può guardare, certe immagini sono veramente magnifiche (come un documentario?), ma tutto ciò che riguarda la recitazione e la storia sono assolutamente riprovevoli, soprattutto a mente fredda.
Voto: 6--- (oppure 1)
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