Fantascienza & Fantasy


Tecnicamente parlando si tratta di un film di fantascienza post apocalisse (è tratto da un fumetto francese) ma per l'estrema improbabilità complessiva del "contesto" personalmente lo ritengo più un "fantasy". Certo, anche l'esistenza dei Romulani è altamente improbabile, ma non per questo catalogherei come fantasy Star Trek.
Torniamo al film: la storia probabilmente è ottima per un fumetto, ma sul grande schermo... il pianeta è completamente coperto dai ghiacchi, l'umanità è completamente sterminata a causa di questa nuova era glaciale con l'eccezione di coloor che sono riusciti a salire a bordo di un treno che gira senza sosta per tutto il mondo. Nei vagoni di coda vive la feccia, oppressa e sfruttata, nella locomotiva il visionario miliardario che ha costruito il treno e la ferrovia. L'eroe guida la riscossa e nel lungo percorso e sanguinoso verso la testa gli succederanno molte cose. Finchè alla fine un terribile segreto verrà svelato (segreto solo per coloro che sono stati un po' distratti, per gli altri è molto banale).
Se non fosse per la mostruosamente brava Tilda Swinton (che interpreta magistralmente la perfida ed untuosa Mason), una grande attrice si vede anche in film di ben diverso spessore rispetto alla sua solita filmografia, il resto del cast potrebbe essere quello di un telefilm (Chris Evans  legnoso, John Hurt usato pochissimo).
Lo stile della regia è quella tipica coreana, probabilmente è Bong Joon-ho colui chein qualche modo è riuscito col materiale a disposizione a strappare una sofferta sufficienza.
In conclusione è appena passabile, però vista l'attuale offerta cinematografica...
Voto: 6,5
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Da un fatto storico avvenuto nel 18° in Giappone Hollywood ha voluto trarne un film, alla solita maniera hollywoodiana. Insomma: 47 samurai cui lo shogun concesse di uccidersi con onore (mediante seppuku) nonostante il terribile delitto commesso (aver disubbidito ad un suo ordine) grazie al coraggio dimostrato per vedicare il loro signore, in questo momento stanno meditando la più tremenda delle vendette.
Coraggio, onore e lealtà che li condussero al loro destino di morte non potevano essere "sputtanati" così. Un vero e proprio crimine, per produrre in film indegno.
La storia è diventata una specie di farlocco fantasy pseudo giapponese, da qua l'interesse a commentarlo. Più che altro per difendere l'appassionato tradito da alcune stravaganti recenzioni trovate su internet. Chi ha commentato bene questo film non può che essere un azionista della casa di produzione. Oppure ha finito le medicine.
La cosa peggiore è osservare per circa due ore la tragica figura del protagonista, quello che fu un attore che ha lavorato molto nel campo della fantascienza e del fantasy: Keanu Reeves. Non è tanto l'imbolsimento generale da appassionato di Big Mac (si muove come un cinghiale trafitto da decine di dardi di tranquillanti), piuttosto l'evidente tracollo dovuto ad una vecchiaia piombatagli addosso disperatamente. Tutti siamo destinati ad invecchiare, ma come a suo tempo Keanu appariva quasi alieno per i suoi lineamenti, adesso sembra pagare duramente quel credito infinito.
La storia è la solita: il cattivo, sobillato da una perfida strega (i due personaggi meno sono credibili del peggior albo da fumetti mai sfogliato), inganna il tutore di Keanu (trovatello e mezzosangue, come tanti personaggi di Dickens ma con ben altro spessore) e padre della bella fanciulla (che ovviamente ama il brutto anatroccolo, disprezzato anche dagli amici) ed in pratica lo fa condannare a morte mediante seppuku. I suoi samurai decidono di vendicarlo, diventando fuorilegge ronin, ed ovviamente grazie all'indispensabile anatroccolo diventato cigno giustizia ed amore trionfano sul male.
Si può salvare qualcosa?
Decisamente no.
Il film è pura sofferenza. Da vedere solo se avete scoperto inclinazioni per il masochismo cinematografico.
Voto: 2
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Si conclude, magnificamente com'era cominciata, la trilogia della Prima Legge (The First Law Trilogy). Sinceramente trovo che Abercrombie sia nettamente superiore a Martin, le cui Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (adesso chiamate "Game of Thrones"!) sono sostanzialmente una magistrale soap-fantasy-opera (pur godibilissima).
Abercrombie sceglie una strada ben diversa, un pulp fantasy fatto sostanzialmente di fango, sangue e merda (grimdark fantasy, per coloro che amano le etichette). Quest'ultima abbonda soprattutto nelle coscienze dei suoi personaggi. Non c'è nè neppure uno che sia interamente buono (Yulwei è l'unico positivo, lo stesso Piedelungo, l'altro personaggio privo di meschinità, è però un vigliacco pusillanime) mentre i protagonisti che dovrebbero essere i buoni sono un insensibile e cinico torturatore (Glokta), Logen Novedita detto il Sanguinario perchè è capace di massacrare persino innocenti bambini (ma cerca di essere un uomo migliore), il potente mago Bayaz (bieco assassino, traditore senza scrupoli, Deicida), Jezal è un vanesio ufficiale e la sua (forse) innamorata ha comportamenti disinibiti ed è incline all'alcol (è di buona famiglia, ma non abbastanza)... insomma: un'umanità varia, gravata da mille vizi e difetti, che si contrappone a gente che è addirittura peggiore.
Eppure non si può non provare empatia per il supremo assassino che è Logen, o per il viscido e truculento Glokta. In questo è bravissimo lo scrittore, che ci descrive con rara bravura simili personaggi, tutti dai tritti forti e delineati, e riesce anche a farceli piacere. Nonostante i loro difetti.
La storia è appassionante, ricca di azione. Nonostante i molti combattimenti scorre con ritmo, scrittori meno abili confondono l'azione con il duello. In questo caso sono funzionali alla storia e l'appesantiscono.
Anche l'ambientazione è solida, pur ovviamente prendendo spunti dalla nostra storia reale, ma il contesto globalmente è efficace ed ha anche qualche spunto originale (l'originalità è ormai merce rarissima, soprattutto nel fantasy).
Il romanzo non può essere letto indipendentemente dai precedenti ("Il richiamo delle spade" e "Non prima che siano impiccati"), chi avessi inavvertitamente stimolato alla lettura di Abercrombie si attrezzi.
Ovviamente non è un ciclo scritto pensato per i lettori di Harry Potter, men che meno vempirelli sdolcinati ed altre "zozzerie" del genere.
E' per gente di sani appetiti ed un ottimo apparato digerente.
Voto: 9
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Si tratta del primo libro del ciclo di Deepgate, l'ultima buona pubblicazione della Nord prima della sua morte (in realtà la Nord non è finita, ma considerando ciò che edita sarebbe meglio se lo fosse).
Si tratta di una ben congegnata contaminazione di generi, ambientazione gothic, tratti steampunk e new weird. I personaggi sono numenrosi, spesso contraddittori, ed anche se il lettore empatizza per loro può succedere che i loro compostamenti infastidiscono in qualche maniera.
Come nella vita reale.
Il romanzo è costruito intorno all'alternanza tra i loro punti di vista, mentre la storia si sviluppa incentrata sullo scontro delle potenti divinità che si contendono il controllo della città di Deepgate.
Non spoilerizzo, ma il romanzo successivo, "Il dio delle nebbie", trovo che sia anche più visionario del primo, che già abbonda di spunti interessanti (anche se, purtroppo, non sempre sviluppati fino in fondo).
Il conclusivo romanzo, "Il dio delle anime", è quello più onirico: la guerra finale fra il mondo dei morti e quello dei vivi. A modo suo in questo ciclo l'autore ci vuole parlare di religione, anche se non in modo diretto come altri autori (Simak, per citare un grande del passato, oppure Simmons). Ma si può tranquillamente restare sul piano dell'azione e godersi l'intero ciclo semplicemente come l'appassionante lettura di evasione che è.
In conclusione si può dire che è stato il vero canto finale del cigno, di quel meraviglioso cigno che è stata la casa editrice Nord, di cui sono stato anche fedele abbonato (indimenticabili le confezioni cartonate che mensilmente mi consegnavano a casa mondi meravigliosi).
Voto: 8,5
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La cosa più originale di questo film è che si tratta di un film spagnolo girato a Barcellona, anzi: per chi l'ha visitata lo spunto più interessante è riconoscere i punti della città che di tanto in tanto vengono inquadrati.
La cosa più bizzarra, invece, è il titolo del film, in originale "Los Ultimos Dias", cui ovviamente i distributori hanno preferito un tocco più anglosassone. O forse è più bizzarro ancora che i due registi spagnoli abbiano avuto l'idea del film mentre ne realizzavano un altro, Carriers, negli USA.
Anche quello, come questo, un film di fanta-epidemia. Nell'opera in questione l'umanità viene colpita da una trerribile agorafobia, chi esce all'aperto viene sopraffatto dal panico e ne muore. Quindi tutti si rifugiano nei palazzi e si spostano usando i sotterranei della metropolitana. Fortunatamente, non si sa come, l'energia elettrica non manca, almeno nella metro di Barcellona. E le scatolette di cibo sembrano non mancare quasi mai.
I due registi o soffrano di una terribile fobia patogena, oppure sono un po' scarsi di fantasia. Probbailmente tutte e due le cose. Sono in possesso di un decente uso degli strumenti di regia, e quindi il film ha almeno ritmo e qualche buona inquadratura. Ma non basta. La trama, già di per se banale, sconta alcuni momenti veramente scontati (la morte dell'amica della moglie e poi quella dell'amico, che ovviamente era un suo "nemico"). Il finale, poi, quasi insopportaboilmente zuccheroso col suo messaggio di buonismo para ecologico. Si può guardare, azzerando i neuroni e lasciandosi andare. Tutto sommato Carriers era più originale.
Voto: 4,5
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Certe serie tv, così ripetitive e banali, dovrebbero essere vietate per legge.
Ma siccome ogni generazione di adolescenti ha il diritto di avere i propri eroi di cartapesta, ecco che viene sfornato l'ultimo (purtroppo solo in senso temporale) prodotto.
Esseri umani modificati geneticamente (i Tomorrow People) e quindi in possesso di poteri (le tre "t": telecinesi, teletrasporto e telepatia) che vivono nascosti tra noi. Ovviamente perchè c'è un cattivone che va in giro a sterminarli perchè li crede un pericolo per l'umanità.
Il cattivone è lo zio dell'eroe (sedicenne in possesso di un tale potere che è l'unico in grado di salvarli e di salvare il mondo intero...) il cui padre (e fratello del cattivo) è scomparso da anni. Se non vi sembra abbastanza scontato aggiungiamo che la "bella" dei buoni capisce immediatamente che lui è il profeta destinato a condurli verso la salvezza, poi c'è quello a cui piace la "bella" che ovviamente lo avversa appena lo incontra. 
Già.
Ci sono così tante banalità in ogni singola scena del telefilm che lo rendono sinceramente intollerabile.
Non si può proprio guardare.
Probabilmente il target cui la serie è dedicata non ha avuto ancora il tempo per essere aggredita molteplici volte da queste banali trame, e magari riuscirà ad apprezzare qualcosa (oltre al taglio di capelli ed ai giubbottini cool che sfoggiano i protagonisti).
Se avete il dubbio su come passare una serata, cliestere e colonscopia oppure Tomorrow People, cominciate pure a riempire la pompetta di gomma.
Voto: 1
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Si tratta di fantascienza un film che, al netto delle critiche tecniche (questa fra le tante), vuole essere una rappresentazione "reale" di un viaggio orbitale?
In teoria no, ma anche si. Anzi: più si che no.
Il film, come dichiarano anche alcuni esperti del settore, riesce comunque a comunicare assai bene l'esperienza di un volo nello spazio. Ed in fondo quel senso di meraviglia (sense of wonder) che (immaginiamo) si provi ad abbandonare il nostro pianeta e viaggiare fra le stelle (anche se nel'assoluta prossimità della superfice terrestre) è ciò che ha avvicinato ogni appassionato alla fantascienza.
Per fare una battuta, l'unica cosa veramente fantascientifica (nell'accecione comune: "improbabile") è lo svolgimento del film e la sua conclusione. Che non spoileriamo.
Comunque, lassù nello spazio alla nostra coppia (Bullock, soprattutto, ormai prossima al mezzo secolo ovvero la miglior pubblicità di una vita sana e sportiva, ed il gigionissimo Clooney, calato nella parte dell'astronauta che "tutte" vorrebbero alla guida di una navicella spaziale) ne affronta di tutti i tipi. Di disatri, ovviamente.
Il film è girato magistralmente (Cuaron), con ritmo continuo ma senza essere inutilmente esasperante. La tensione è alta anche nei momenti in cui non sembra succedere niente. Ma soprattutto le immagini dallo e dello spazio sono spettacolari.
In conclusione: non è un film di fantascienza, ma un vero appassionato di fantascienza non può perderselo. A prescindere dagli Oscar (sette) che si è aggiudicato.
Voto: 8
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