Questo secondo romanzo della trilogia del Silo è indiscutibilmente superiore al primo che, seppur scritto con sufficiente verve e ritmo, mancava di elementi capace di dargli un "qualcosa" in più. Con questo secondo volume la storia acquisisce di spessore, di profondità e di una sua autonimia rispetto ad una delle tante distopie postcatastrofiche sotterranee di cui la fantascienza ha già scritto abbondantemente negli ultimi 70 anni.
Anche in questo caso il romanzo è scritto attraverso più personaggi ed è spalmata in un lungo arco temporale (SPOILER) ricongiungendosi alla fine con il preceente volume. Il terzo e conclusivo presumibilmente servirà a unire i due principali personaggi dei due reomanzi, che dovrebbero portare in salvo ciò che resta del'umanità.
Invero non si può entrare nello specifico della stria senza privare così il piacere della lettura all'aspirante lettore. Il quale, se non conosce il ciclo, è fortemente consigliato di cominciare dal primo libro (Wool). La trama è indiscutibilmente ben strutturata, così pure lo svolgimento. Quaslhe appunto semmai lo si deve fare sui protagonisti principale, se nel primo romanzo l'eroina era fin troppo positiva e volitiva, nel secondo il politico è un po' troppo piagnone e indeciso, e quindi calcando un po' troppo la mano sulle sue debolezze scade in credibilità (perchè mai il deus ex machina di tutto il progetto si è affidato così tanto ad un simile pappamolla?).
Nell'ormai inaridito fiume della fantascienza moderna (per leggere una novità, almeno in Italia, bisogna attendere una bolla papale) direi che questo ciclo diventa imperdibile. Sinceramente dire ciò mi addolora.
Voto: 8
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Cicli,
Fantascienza,
Libri