C'è un certo genere di scrittura in cui si sente molto forte a sensibilità femminile (ovviamente non sto parlando di letteratura "rosa"). Certo, lo stesso si può dire in senso opposto per quanto riguarda buona parte della fantascienza e del fantasy "maschile", ma resta il fatto che i due generi sono stati creati soprattutto da "scrittori" per "lettori".
Ed il Ratto è, giustappunto, un maschio.
Detto ciò arriviamo al romanzo in questione.
Non l'ho capito.
E' la storia della povera orfanella nipote del più potente sovrano che governa, con l'aiuto del dio supremo, ogni regno del mondo, che viene trascinata nel palazzo reale per disputarsi con gli altri due cugini la successione al trono. Il tutto è reso ancor più complicato dall'intervento di altri dei, fratelli e figli del dio supremo, resi schiavi, asserviti alla famiglia della protagonista.
Segreti indicibili, questioni morali, tradimenti, crudeltà e macchinazioni.
Tutto questo dovrà superare l'orfanella prima di arrivare ad una conclusione.
Indiscutibilmente il romanzo non ha incontrato il mio favore. Riconosco che sembra essere stato scritto bene, ed anche strutturato con una certa cura.
Ma il risultato purtroppo mi ha lasciato deluso.
Ci sono state grandi scrittrici, penso alla Le Guin, alla Tiptree, Zimmer Bradley... ecc ecc. (oppure a Delaney, per quanto riguarda gli scrittori "afro"... la Jemisin è di colore), ma nessuna di loro mi ha dato così forte la sensazione di una scrittura di genere. "Femminile", ed anche un po' di colore, appunto.
Forse quello che per me è un limite, lei lo considera un punto di forza. Ma resta il fatto che questo romanzo non mi è piaciuto.
E" il primo romanzo di una trilogia.
Voto: 5