Non può non venire in mente Abercrombie leggendo questo romanzo (il primo di un ciclo). Lo stile è quello: rude, duro e violento. Anche i protagonisti ricordano molto quelli di Abercrombie (il parallelo tra Brodar Kayne e Logen Novedita è indiscutibile), ma non sono tratteggiati così bene. In compenso l'intreccio e l'ambientazione sono più ricche.
I nostri protagonisti si muovono in un mondo in rovina, nel quale gli Dei sono stati uccisi dai Sommimaghi, uomini che col trascorrere dei secoli sono diventati capricciosi e crudeli esattamente come gli Dei che avevano voluto eliminare. Sono loro che governano l'angolo di mondo dove si svolge la storia, ed è il loro conflitto per la supremazia che muove lo svolgimento del racconto. E' un mondo crudele quello che descrive Skull, la vita umana è praticamente priva di valore, si può morire per poco, niente addirittura.
I vari protagonisti cercano di sopravvire, ognuno facendo la cosa giusta, qualcuno per se altri meno egoisticamente.
Dietro lo scontro tra i tre Sommimaghi maggiori (in realtà ce ne sono di più, ma uno sparisce all'inizio e degli altri se ne parla appena) s'intravede qualcosa di assai peggiore, che indiscutibilmente costituirà il nucleo dei prossimi volumi che si preannunciano interessanti.
In conclusione non si tratta di un capolavoro, ma il ritmo è assai sostenuto, la storia è abbastanza elaborata, si legge veramente di corsa e viene voglia di procurarsi subito il secondo volume. Sinceramente non è poco.
Voto: 7,5