Fantascienza & Fantasy

Ovvero un fantasy scritto rincicciando "ex novo" un'ambientazione in stile vecchia Cina. Il Catai così diventa Kitai, i Mongoli qua sono i Bogu e vivono oltre le Lunghe Mura, Pechino è chiamata Xinan, ma per il resto c'è tutto il Celeste Impero, imperatore e corte compresa.
Il protagonista è il figlio di un valoroso generale che ha deciso, alla sua morte, di onorarlo compiendo un'impresa il cui onore lo porrà al centro dell'attenzione di due imperi. Ed ovviamente al centro delle trame che si intrecciato nell'ombra della corte imperiale.
Non è facile comentare un'opera come questa, perchè indiscutibilmente è scritta bene, alla lettura è assai scorrevole ed i personaggi, che indiscutibilmente soffronto una certa stereotipizzazione da occidentale che crede di aver capito l'oriente, hanno una loro "vita".
Il punto, fondamentalmente, è l'ambientazione cinesizzante, non si tratta di un romanzo storico (avrebbe avuto una sua definita dimensione), e neppure di un vero fantasy. Certo, non è una regola ferrea quella del fantasy, ovvero l'ambientazione "occidental-medievale" (che poi comunque ha le sue distinzioni rispetto alla realtà), ma in questo caso sarebbe stato preferibile una netta differenziazione rispetto al "Catai". Ambientazione sì, ma aderenza assoluta, fino ad arrivare ai nomi...
In ogni caso, complessivamente, il romanzo merita un buon voto.
Voto: 7
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Con una certa curiosità attendevo la prima pubblicazione italiana delle opere di John Scalzi. Il suo ciclo "old man's war" si è guadagnato un paio di candidature all'Hugo, ed il primo romanzo del ciclo (Morire per vivere, appunto) è già stato acquistato da Hollywood.
Sinceramente sono rimasto molto deluso. L'opera sembra scritta da un appassionato di videogame che in tenera età ha avuto anche la fortuna di imbattersi in due romanzi, che ha poi scopiazzato in maniera imbarazzante.
Stranamente, fra i ringraziamenti finali, ne cita solo uno, "Starship troopers" di Heinlein, mentre dimentica completamente quello in realtà cui deve il maggior tributo: "Forever war" di Haldeman. Con una palese citazione di Stanley Kubrick ("Full metal Jacket").
Chi ha letto questi due romanzi può tranquillamente evitare Scalzi, che non aggiunge assolutamente nulla agli autori che lo hanno preceduto (di una e di due generazioni).
La storia? Ai terrestri 75enni, afflitti dall'incurabile malattia che si chiama vecchiaia, viene offerta una seconda vita (ed un nuovo corpo) nelle Forze di Difesa Coloniale. Uno sporco e pericolosissimo lavoro fatto di massacri di alieni in giro per la galassia, e difesa della razza umana. Perchè la galassia è un posto assai cattivo pieno di alieni che, tra l'altro, si cibano anche di umani.
Lo stile di Scalzi, se di stile possiamo parlare, è assai semplice, colloquiale. E non perchè il romanzo è scritto in prima persona dal protagonista, o per il linguaggio da caserma cui indulge di tanto in tanto (fa così "ambiente"), ma proprio per la semplice colloquialità del racconto, o lo scarso spessore psicologico del protagonista cui Scalzi cerca di dare "anima" con il suo continuo e noioso richiamo all'amore per la perduta moglie Kathy.
In conclusione: un libro, ed un ciclo, da leggere al mare, sotto l'ombrellore, con la sonnacchiosa attenzione che merita.
Voto: 6---
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