Fantascienza & Fantasy

Pochi romanzi hanno segnato la storia della fantascienza come questo. Pubblicato nel 1965, e vincitore del Premio Nebula nello stesso anno inaugurando l ostesso al meglio (nel 1966 gli viene tributato anche l'Hugo), è un'opera tutt'ora attuale per i temi trattati: ecologia, religione, i molteplici aspetti dell'animo umano al loro meglio ed al loro peggio.
La storia è un affresco ambientato in un lontano futuro, nel quali grandi Casate, Gilde ed altri poteri si combattono per il controllo dell'unico vero "bene": il melange, la spezia che dona l'immortalità e senza la quale sarebbe impossibile anche il volo interstellare, che si produce esclusivamente sull'arido mondo di Arrakis, detto "Dune".
Il romanzo è grandioso, i numerosi personaggi si inseriscono perfettamente nella storia che ruota intorno al controllo della spezia. Un fattore inatteso, un uomo destinato a morte certa, Paul Atreides, scombina i piani dell'imperatore e degli Harkonnen, nemici giurati degli Atreides.
A questo perfetto romanzo Herbert ne fece seguire altri (il messia di Dune, i figli di Dune, l'imperatore-dio di Dune, gli eretici di Dune, la rifondazione di Dune) in circa un ventennio. Purtroppo sempre con minor successo. Si può onestamente dire che con i primi tre il Ciclo di Dune si è concluso.
Il figlio di Herbert (Brian) con Kevin J. Anderson alla morte del padre ha scritto altri cinque libri che anticipano il ciclo paterno. Si possono tranquillamente tenere fuori dalla propria collezione.
Voto 10
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Una facile battuta relativa a questo film è che il titolo fa riferimento al suo rapporto con la musa del cinema: questo lungometraggio è la sua ora nera.
Il soggetto è quello dell'invasione aliena, quanto mai abusato. In questo caso l'originalità risiede nel fatto che i nostri eroi (i due iniziali sono "cuginetti" di Zuckerberg, cui poi si aggiungono un paio di ragazze americane ed un terzo, svedese) sono in viaggio d'affari a Mosca, location dove il film è stato girato. I cattivoni piovono dal cielo, a milioni, simili a fantastiche spire di fuoco, però appena sfiorano una persona la polverizzano.
I nostri eroi americani (con svedese al seguito) si rifugiano in una cantina e quando 27 ore dopo ne riemergono Mosca è praticamente disabitata.
Da bravi americani, nel disastro totale, si dirigono verso l'ambasciata per essere rimpatriati. Nel loro cervello da americani in vacanza evidentemente l'ambasciata potrebbe essere l'unico punto salvo della città interamente distrutta. Non è così. Va bene essere americani, ma non tutti sono Superman.
Le successive vicessitudini vedono il gruppo progressivamente ridursi, com'è d'obbligo in questi film, finchè degli originali non restano che i due appena innamoratisi. Nel corso della fuga (verso la salvezza, prima loro e poi dell'intero pianeta) hanno una serie di incontri con i russi, i quali ovviamente hanno bisogno della guida, e del coraggio, dei ragazzotti americani perchè da soli sanno fare ben poco. Compresa la marina ed i veterani russi.
Un film noioso, i personaggi sono stereotipati, il ritmo è tutt'altro che incalzante. Complessivamente si tratta di 90 minuti sottratti ad attività ben più interessanti. Al livello di una replica di una trasmissione tipo "la prova del cuoco".
Voto 4
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Nella classifica dei primi 50 libri venduti da IBS sotto l'etichetta "fantascienza" se togliamo le riedizioni di vecchie pubblicazioni (Dick, Douglas, Simmons, Asimov ecc.) restano veramente pochi titoli.
Due edizioni diverse di "Hunger games" (più che fantascienza un reality show futuribile, per adolescenti), un'avventura nel mondo di Star Wars (forse l'unico vero titolo di s.f.), un titolo di urban fantasy ("Cinder. Cronache lunari") anch'esso dedicato agli adolescenti (in realtà roba che non c'entra niente con la fantascienza, ma neppure col fantasy) ed un altro titolo dello stesso genere appartenente alla saga di "Maximum Ride".
Di Fantascienza, con la "F" masiuscola a parte i "vecchi" niente.
Da quando la gloriosa Astounding iniziò a pubblicare (1930) si sono succedute generazioni di grandi autori, le cui opere erano scritte principalmente per adulti stregati dal "sense of wonder", dallo spazio disseminato di stelle, da cento e mille possibili futuri.
Adesso, almeno per quanto riguarda le pubblicazioni in Italia, c'è il deserto più assoluto. Un lettore maturo (in senso "intellettuale", non anagraficamente) non ha alternative. Può acquistare solo riedizioni di precedenti pubblicazioni, o rivolgersi al mercato dell'usato.
Sempre che non ne sia già in possesso. Cosa che riduce ulteriomente le opzioni.
Che al momento sono solo tre per un vero appassionato:
- imparare l'inglese e rivolgersi ad Amazon
- cambiare genere.
La terza opzione?
Pura fantascienza!
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Probabilmente non è un successo editoriale, ma l'operazione di Elara (Perseo Libri) pubblicare l'intera saga di Earl Dumarest è veramente molto interessante. Anzi, per quanto riguarda la cara, vecchia, buona science fiction (maltrattata in questi ultimi anni da una scarsissima considerazione, dietro la cortina fumogena di alcuni film di successo) forse si tratta di una delle pubblicazioni più importanti. Il ciclo completo conta più di trenta romanzi, scritti da E.C. Tubb in un trentennio, dei quali solo pochissimi erano stati pubblicati in Italia intorno agli anni '70. Purtroppo, perchè il ciclo è veramente buono. 
Il protagonista, Earl Dumarest, si è perso da giovane nella galassia, imbarcandosi su un'astronave affascinato dall'avventura come ogni ragazzo, e da allora è alla ricerca della Vecchia Terra, che nessuno sembra conoscere se non come antico mito. Così si spinge di pianeta in pianeta, cercando indizi che lo possano ricondurre a casa, sopravvivendo alle numerose difficolta di pianeti sempre diversi. Inseguito da un nemico acerrimo, i Cyclan di cui lui è l'unico conoscitore di pericolosi segreti, ed oltretutto costretto a durissimi sacrifici per guadagnarsi non solo il pane, ma anche il prezzo di ogni viaggio interstellare che lo avvicini alla sua meta.
Volendo trovare un difetto è nella struttura dell'opera, alla fine ripetitiva (l'eroe, i nuovi amici, le difficoltà, i nemici vecchi e nuovi, il pericolo, la sopravvivenza, la fuga verso la nuova meta), ma ognuno dei romanzi preso a se è molto interessante. L'autore ha qualcosa di Jack Vance per come "costruisce" le realtà dove si svolge l'azione di Dumarest, il tessuto sociale, l'ambientazone e le sue peculiarità, anche se i suoi personaggi sono molto meno "teatrali" ed affascinanti. Si tratta di gente comune, che conosce la fatica e la sofferenza. Il duro lavoro.
Dumarest è un vero viaggiatore delle stelle, e sono stelle interessanti, intessute di quel "sense of wonder" che una volta era l'essenza stessa della science fiction, quelle che ci fa conoscere.
Ognuno dei volumi pubblicati da Elara contiene quattro romanzi. Con questo volume si è arrivati a metà dell'opera. Il consiglio è indiscutibilmente quello di non farseli perdere. Altro consiglio importante è quello di non leggerli tutti assieme (per non essere sopraffatti, appunto, dalla "ripetitività"). Un volume alla volta merita davvero la lettura.
Voto 8
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Un giovane aspirante poliziotto di colore (che viene scherzosamente paragonato ad Obama) si imbatte di notte in un cadavere decapitato. Da questo inizio viene rapidamente trascinato in una Londra parallela nella quale convivono gli smartphones e la magia, ovviamente alla ricerca dell'assassino fino ad arrivare alla fonte della malvagità, sotto la guida del suo maestro, l'ispettore Nightingale. E' stato paragonato, per questo impianto, a Neil Gaiman, ma a differenza di questi c'è un tocco di "leggerezza" britannica in più. Si tratta del primo libro di un ciclo dedicato alle indagini di questa strana squadra investigativa di Scotland Yard. La storia (non particolarmente originale, in fondo) è comunque molto ben scritta, l'autore ha la rara capacità di "farti sentire" a Londra con pochi tratti, ed ha un ottimo ritmo. Dalla combinazione dei vari elementi (humor, stile ecc.) nasce unromanzo piacevole, magari non appassionante, ma in ogni caso non è facile riporre il libro senza aver letto almeno un'altro paio di pagine.
Voto 7
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Mi sono avvicinato a questo libro con estrema cautela. Sanderson è l'autore scelto dalla vedova di Robert Jordan per portare a conclusione "La Ruota del Tempo", di lui non conoscevo altro. Quindi più per combinazione che per scelta mi sono ritrovato in mano questo volume, il primo del ciclo "Le cronache della Folgoluce".
E' stata una piacevole sorpresa. Lo stile è semplice e scorrevole, ma non per questo piatto e banale. E' intrigante soprattutto l'ambientazione, che sotto un'apparente aspetto "fantasy", contiene invece un'anima "science fiction" (non dico altro per non rovinare la lettura) verso la quale, di passaggio in passaggio, l'autore sembra condurci. A differenza di altri cicli (uno per tutti proprio la citata Ruota) ci sono vari protagonisti nessuno dei quali prevale nettamemnte sugli altri, anche se è evidente che Sanderson ha in simpatia soprattutto Kaladin (aspirante medico, appartenente alla piccola nobiltà, però affascinato dalla carriera militare, dalla quale è poi precipitato in schiavitù). I personaggi, pur appartenenti alle consuete carrellate (il guerriero, il nobile, la studiosa ecc.), sono comunque ben tratteggiati, con le loro debolezze e difetti che li rendono "credibili". In conclusione sembra una saga interessante e godibile, nonostante i circa 9,3 kg. del solo primo volume!
Voto 7,5
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Qualche giorno fa sono state rese note le nomination per i Premi Hugo 2012. Per quanto riguarda la categoria film questi sono i candidati in corsa, colgo l'occasione per qualche considerazione:
  • Captain America: il primo vendicatore (faccio fatica a comprendere perchè: il film è banale, ripetitivo, mal recitato, un'ignobile opera destinata a dodicenni con gravi problemi intellettivi che oltretutto minaccia di avere almeno un seguito)
  • Il Trono di Spade (eccezionale, semplicemente eccezionale, anche se si tratta di una serie piuttosto che di un film)
  • Harry Potter e i doni della morte II° (discreta conclusione di una serie di film che sicuramente ha lasciato un segno)
  • Hugo Cabret (un gran film, il candidato più forte per il premio)
  • Source code (a malapena guardabile, inserito forse perchè non c'era altro, o forse perchè se c'è Captain America perchè non questo film?)
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Si tratta del primo romanzo di uno dei più grandi cicli fantasy (anche se in realtà si tratta di un'etichetta abbastanza "angusta" in questo caso): "Il libro del nuovo sole".
Cinque sono i volumi che compongono il ciclo (l'ombra del torturatore, l'artiglio del conciliatore, la spada del littore, la cittadella dell'autarca, Urth del nuovo sole). Il protagonista è Severian, apprendista torturatore, in viaggio attraverso un mondo futuro regredito in un'oscuro medievo dominato dalla figura dell'Autarca.
La scrittura è elaborata, infarcita di termini a dir poco desueti (se non addirittura arcaici), la storia si presta a più chiavi di lettura, mai facile e mai banale. Sicuramente si tratta di un'opera adulta, non adatta a palati abituati a Harry Potter (e soprattutto a Licia Troisi).
Fanucci prosegue nell'ammirevole (e probabilmente per lei sufficientemente profittevole) opera di ripubblicazione delle migliori opere a suo tempo edite da Nord, casa editrice dal nobilissimo passato, tanto quanto è triste il suo presente.
Voto 9
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