Fantascienza & Fantasy

Leggendo questo romanzo (Armenia ed.) non può non venire in mente la famosa battuta di Fantozzi, parafransandolo quindi: "la fantascienza tedesca è una cagata pazzesca!". Dal primo"mitico" Perry Rhodan ad oggi (è passato più di qualche lustro, ed anche alcune migliaia di libri) l'unica eccezione di una narrativa francamente minore sembra essere Andreas Eschbach. Purtroppo Andreas Brandhorst conferma la regola. Questo romanzo sembra scritto da un dodicenne per altri dodicenni. Lo spessore dei personaggi rivaleggia con la carta velina, l'intreccio soffre di evidenti limiti di banalità, non c'è niente di originale anche se l'autore si dà disperatamente da fare in ogni pagina per dare l'idea di aver costruito un grande affresco fantastico. Questo romanzo sta ad un vero romanzo di fantascienza, come un paio di scarpe "cinesi" sta a delle vere Prada.
Voto 3,5

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