Fantascienza & Fantasy

Joe Abercrombie  è una delle poche, felici nuove firme in un periodo che vede la pubblicazione quasi esclusiva di storie di vampirelle, elfi, draghi, principesse, nani, unicorni... insomma: un fantasy non solo più riciclato di un piatto di polpette della mensa universitaria, ma generalmente scritto con i piedi per lettori affetti da analfabetismo.
I personaggi di Abercrombie sono netti, credibili, pieni di difetti, creati in chiaroscuro, com'è giusto che sia, perchè nessuno di noi è buono, perfetto, privo di difetti.
Due personaggi spiccano tra gli altri, quali protagonisti. Glotka, già campione del Re reso storpio, dal nemico, tanto da essere disgustoso, riciclatosi come inquisitore e torturatore spietato, ed anche servile. Ma capace di slanci di generosità ed in possesso di un rigore etico che lo porta, laddove possibile, a comportarsi da "buono". L'altro è Logen Novedita, sterminatore del Nord sulla cui anima pesano più morti, innocenti o meno, di un'epidemia. Eppure anche lui rigorosamente cerca di restare nel "giusto", consapevole che fin troppe volte nel passato è stato impossibile. Ed altrettante lo sarà anche nel futuro.
Questo romanzo è il secondo del ciclo "The first law" (il primo è "Il richiamo delle spade"), sinceramente una delle migliori cose scritte negli ultimi lustri. Per certi versi è addirittura superiore a G.R.R. Martin, del quale non ha certamente la vastità, l'impianto monumentale, la complessità di personaggi ed intrecci. Le storie di Abercrombie a confronto sono quasi claustrofobiche, si incentrano in pochi personaggi essenziali, trame più semplici e definite, ma rispetto a Martin hanno una concretezza, una "fisicità" che raramente, anzi sicuramente mai si incontra in un'opera fantasy.
Abercrombie è un autore i cui romanzi "devono" avere un posto di primo piano negli scaffali della libreria di ogni appassionato. 
Oppure si possono leggere Troisi, Brooks... Meyer...
Voto: 9

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