Pochi romanzi hanno segnato la storia della fantascienza come questo. Pubblicato nel 1965, e vincitore del Premio Nebula nello stesso anno inaugurando l ostesso al meglio (nel 1966 gli viene tributato anche l'Hugo), è un'opera tutt'ora attuale per i temi trattati: ecologia, religione, i molteplici aspetti dell'animo umano al loro meglio ed al loro peggio.
La storia è un affresco ambientato in un lontano futuro, nel quali grandi Casate, Gilde ed altri poteri si combattono per il controllo dell'unico vero "bene": il melange, la spezia che dona l'immortalità e senza la quale sarebbe impossibile anche il volo interstellare, che si produce esclusivamente sull'arido mondo di Arrakis, detto "Dune".
Il romanzo è grandioso, i numerosi personaggi si inseriscono perfettamente nella storia che ruota intorno al controllo della spezia. Un fattore inatteso, un uomo destinato a morte certa, Paul Atreides, scombina i piani dell'imperatore e degli Harkonnen, nemici giurati degli Atreides.
A questo perfetto romanzo Herbert ne fece seguire altri (il messia di Dune, i figli di Dune, l'imperatore-dio di Dune, gli eretici di Dune, la rifondazione di Dune) in circa un ventennio. Purtroppo sempre con minor successo. Si può onestamente dire che con i primi tre il Ciclo di Dune si è concluso.
Il figlio di Herbert (Brian) con Kevin J. Anderson alla morte del padre ha scritto altri cinque libri che anticipano il ciclo paterno. Si possono tranquillamente tenere fuori dalla propria collezione.
Voto 10
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